Castello Mancini

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  • DESCRIZIONE Numerose sono le fonti databili intorno alla metà del secolo XII, che ci confermano dell’esistenza del castello, citandolo come oggetto di una serie di donazioni e permute tra i Conti d’Aquino e la giurisdizione pontificia, al termine delle quali il Castrum di Monte San Giovanni Campano rimaneva di fatto ai d’Aquino, ma sotto la giurisdizione di “San Pietro”. Fu ritenuto difficilmente espugnabile fino al 1494 quando le artiglierie di Carlo VIII, diretto alla conquista di Napoli, lo danneggiarono in modo gravissimo. Dall’analisi del complesso si desume che esso fosse diviso in due zone distinte: la prima con funzioni militari, comprendeva due torrioni, uno quadrato e uno pentagonale (raro esempio architettonico) e, gli edifici per l’alloggiamento dei militari; la seconda era adibita a residenza per la famiglia del castellano. Di questa imponente costruzione è rimasto, anche se fatiscente, un notevole complesso di strutture murarie sull’alto colle di Monte San Giovanni. La fortificazione aveva una doppia cinta di mura unite a 14 torrette tra quadrate e tonde. Restano ancora visibili i resti di queste mura dal lato sud-ovest. Cinque porte permettevano di entrare nel castello; delle difese esterne, rimangono i due torrioni semicircolari dimezzati, che dovevano essere a guardia dell’ingresso col ponte levatoio. Delle torri di vedetta, alcune ancora esistono, anche se trasformate in abitazioni. Gli elementi architettonici rimasti del palazzo baronale (alte feritoie a sesto acuto, portali e bifore strombate) testimoniano l’epoca di costruzione e la stessa mano d’opera proveniente, forse, dalla vicina Casamari

DOVE SI TROVA

indirizzo Via Corte, 3 (FR), Lazio