Forte Sangallo
-
DESCRIZIONE
Il Forte Sangallo è da considerarsi tra le più importanti e meglio conservate opere militari realizzate dallo Stato Pontificio tra la fine del 1400 e l’inizio del 1500. Edificata sui resti di una preesistente rocca medievale, per secoli ha difeso e reso inespugnabile la citta di Civita Castellana e, al tempo stesso, ha testimoniato vistosamente la presenza del potere pontificio sul territorio. La sua costruzione prese avvio per volontà di Alessandro VI Borgia nel 1495, qualche anno dopo la sua ascesa al soglio di San Pietro, e rientrava nel più vasto progetto di miglioramento e potenziamento delle rocche difensive che perimetravano lo Stato pontificio, all’epoca in grande espansione. A progettare e ad avviare la costruzione dell’ambiziosa opera fu il celebre architetto e ingegnere militare Antonio Giamberti da Sangallo, detto il Vecchio (1455-1535). Alla morte di Alessandro VI il cantiere passò nelle mani del suo successore, Giuliano Della Rovere, divenuto papa il 5 ottobre 1503 col nome di Giulio II, che completò la fabbrica affidandosi ad un altro direttore dei lavori, l’architetto Antonio da Sangallo il Giovane (1484-1546). Resterà dimora papale fino agli inizi del 1800, dopo di che sarà usata come carcere politico e dal 1846 al 1861 come carcere militare; a partire dal 1905 casa circondariale del Regno d’Italia. Il lungo periodo di decadenza seguito alla dismissione del carcere (1961) terminerà alla fine degli anni Sessanta del Novecento con il restauro conservativo dell’edificio e la destinazione a sede del Museo Archeologico dell’Agro Falisco (1985). Il Forte ha pianta pentagonale: su quattro lati è circondato da un ampio fossato meno che sul quinto, il lato nord che affaccia su un orrido naturale. Il fossato a ponente in parte ricalca quello che era il tracciato della linea difensiva fortificata dell’antica città Falerii Veteres, di cui un tratto in blocchi, risalente al V sec. a.C., è inglobato nella base di una di quelle pareti del Forte: presenta inoltre una parete tufacea di delimitazione di cui restano frammenti di loculi funerari riferibili ad antiche tombe, cunicoli di drenaggio idrico ed evidenti segni di cavatura di tufo, probabilmente finalizzata proprio alla costruzione delle pareti del Forte. Il lato ad Est del fossato, che coincide con l’ingresso del forte, è circondato da mura dotate di un camminamento difensivo, il marciaronda, ad archi e coperto, destinato ad ospitare la vigilanza armata; un tempo questo cingeva quasi tutto il perimetro del fossato. Oggi ne resta in opera un tratto considerevole che congiunge l’ingresso del Forte a Via del Rivellino. Il piano interrato del Forte consisteva in origine in due lunghi corridoi sotterranei che si snodavano sotto i lati Est e Nord dell’edificio; oggi ne rimane accessibile solo uno, quello orientale, posto sotto alle celle che si aprono su quel lato nel Cortile Maggiore. Attraverso un passaggio ad angoli retti, sorvegliato da finestra di avvistamento e chiuso da un portone e due cancelli, si giunge al primo dei due cortili, il Minore, di forma rettangolare con un grande vestibolo circolare in alto. Chiamato anche Piazza d’Armi, era sorvegliato su tre lati da postazioni di fucileria. Dal cortile Minore si accede a sinistra, alla cordonata che porta al piano delle terrazze, a destra, al Cortile Maggiore a pianta rettangolare con doppie arcate sovrapposte e grande pozzo centrale. Su tre lati si aprono 17 celle, oggi magazzini del Museo, risalenti al periodo di utilizzo del monumento a carcere. Si tratta di ambienti di piccole dimensioni (18/20 mq.) che dopo la seconda guerra mondiale hanno ospitato un gran numero di famiglie di sfollati. A metà del lato opposto a quello d’ingresso, si apre una Cappellina, oggi sconsacrata, che era la chiesetta a servizio del carcere. Il mastio è la parte più elevata e solida della costruzione fortificata. A pianta ottagonale e dotato di ponte levatoio, si connota come un gioiello dell’architettura cinquecentesca perché custodisce al suo interno una piccola residenza ‘all’antica’, sviluppata su tre livelli e certamente destinata ad abitazione
dal catalogo
DOVE SI TROVA
indirizzo Via Mazzocchi (VT), Lazio