ritratto del cardinale Guido Bentivoglio

dipinto 1640 - 1660

La tela rappresenta il cardinale Guido Bentivoglio, personalità di spicco nel mondo diplomatico e religioso della prima metà del Seicento. Lo spazio in cui si inserusce la figura è definito da una table habillée in posizione angolare, da alti plinti che sostengono colonne e da un ampio tendaggio rosso. Il cardinale è ritratto in posizione seduta, volto verso sinistra e con una lettera in mano

  • OGGETTO dipinto
  • MATERIA E TECNICA tela/ pittura a olio
  • AMBITO CULTURALE Ambito Genovese
  • LOCALIZZAZIONE Lucca (LU)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE La tela ricalca il celebre prototipo eseguito nel 1623 a Roma da Anton van Dyck,ora conservato a Firenze nella Galleria Palatina, essendo stato donato al GranducaFerdinando II dei Medici nel 1653 da un nipote del cardinale. L'opera appartienedunque al soggiorno italiano del Van Dyck, risalente agli anni tra il 1621 eil 1627, decisivo per il completamento della sua formazione permeata di ricordirubensiani in virtù della prolungata frequentazione del grande fiammingo. Durantela sua permananza in Italia Van Dyck soggiornò anche a Roma e qui, se vogliamocredere al Bellori, egli "fù trattenuto in Corte del Card. Bentivogli amorevoledella natione fiamminga, per essere egli dimorato in Fiandra, e per havere scrittoquella historia, che vive immortale. Espresse Antonio il Cardinale à sederecon una lettera nelle mani, e quasi l'habbia letta, si volge, e portò sù latela la similitudine del volto, e lo spirito moderato di quel Signore...". E' improbabileche il Bentivoglio, a Bruxelles fino al 1615 vi abbia incontrato il giovaneartista, ma contatti ed amicizie da lui mantenute nelle Fiandre possono spiegarecome, una volta giunto a Roma, il Van Dyck si sia avvalso della protezione delcardinale. Il suo ritratto, comunque, suscitò una tale ammirazione da far dichiarareall'anonimo estensore della vita del pittore che si conserva presso l'Archiviodel Louvre che "de tous les portraits que Van Dyck ait faits en cette ville(Roma) celui du Cardinal Bentivoglio (...) est le plus beau, et il n'a rienfait depuis qui le surpassat. Tout Rome accourut voir cette merveille de l'art,et chacun voulut etre de la main de notre artiste". La tela figurante il prelatoben risponde al linguaggio formale e ai canoni impaginativi ricorrenti nellasplendida galleria di ritratti concepita dal Van Dyck durante la sua permanenzain Italia e soprattutto a Genova, dove la formula coniata dal fiammingo, percosì dire, si istituzionalizza nei prodotti della scuola locale che ne riproporrannogli schemi, pressoché invariati, nel corso di tutto il Seicento. La tela dellaBanca del Monte si discosta dal modello non soltanto per alcune differenze dicarattere compositivo, quali l'assenza dei grifoni sullo schienale della poltrona,emblema dei Bentivoglio, e la descrizione meno puntuale e dettagliata dell'ambientazione,ma pure per alcune difformità di ordine stilistico. Risultano infatti qui piùsmorzate tanto la brillantezza della gamma cromatica quanto il senso guizzantee vivo della materia pittorica, riscontrabili nell'originale del Van Dyck, afavore di una definizione più corretta e diligente delle forme che si ravvisaanche nella chiusa delimitazione grafica dei contorni. Tali osservazioni, seda un lato inducono a respingere l'ipotesi di trovarsi di fronte ad una replicaautografa del Van Dyck, dall'altro ci indirizzano verso l'ambiente genovese,dove la domanda di riproduzioni dei lavori del fiammingo, innalzato al livellodei classici al pari dei Carracci, Lanfranco, Domenichino, Correggio e Maratta,si fa sempre più pressante nel corso del Seicento, tanto da portare all'esecuzionequasi seriale di copie nello studio di Domenico Piola. L'autore della tela,per il momento ancora ignoto, andrà ricercato tra i pittori genovesi che, attivialla metà del secolo, partecipano del clima culturale che si respira nella cerchiadi Valerio Castello dove gravitano, tra gli altri, artisti ancora poco notima non privi di interesse quali Bartolomeo Biscaino e Stefano Magnasco. Al linguaggiodi questi pittori conviene l'espressione distesa, venata di una blanda ironia,impressa sul volto del cardinale, che presenta tratti più sottili e vagamentealterati rispetto al prototipo, come pure la resa semplificata delle mani, nonpiù descritte in modo sintetico ma efficace dalle pastose pennellate costruttivedel Van Dyck, bensì affusolate e definite da una luce viscida che ne accarezzala sagoma
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà privata
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900555873
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Lucca e Massa Carrara
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i beni architettonici e per il paesaggio, per il patrimonio storico artistico e demoetnoantropologico di Pisa, Livorno, Lucca e Massa Carrara
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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