crocifisso - bottega italiana (secc. XIII/ XIV)

crocifisso ca 1290 - ca 1310

Crocifisso ligneo e policromo con croce a tronco d'albero. Il Cristo morto ha il volto tormentato e scarnito reclinato a destra, verso il basso; fitte macchioline rosse indicano il sudore di sangue. La capigliatura a ciocche ondulate, aderisce estremamente alla testa; la barba e le ciglia sono descritte minuziosamente. Le braccia aperte terminano con le palme rivolte verso l'alto e inchiodate: mancano tre dita della mano destra, due della sinistra. Il Cristo ha il corpo teso, sanguinante, estremamente smagrito, ed è cinto ai fianchi da un aderente perizoma bianco rifinito da una sottile frangia dipinta di bruno. Le ginocchia sono leggermente piegate e i piedi sovrapposti e attraversati da un unico chiodo che ievidenzia la tensione della carne

  • OGGETTO crocifisso
  • MATERIA E TECNICA legno/ intaglio/ pittura
  • AMBITO CULTURALE Bottega Italiana
  • LOCALIZZAZIONE Cortona (AR)
  • NOTIZIE STORICO CRITICHE Tradizionalmente, il Crocifisso ligneo viene ritenuto il "miracolo Simulacro" di fronte al quale si raccoglieva in preghiera Santa Margherita, morta nel 1297. A quel tempo il Crocifisso era nell'Oratorio sotto la Chiesa di San Francesco, dove anticamente si riuniva la Congregazione dei Laudesi. In seguito fu trasferito nella Chiesa e posto "nell'altare destro, presso la Cantoria" che corrisponde, secondo il Della Cella, all'altare barocco in cui è tuttora osservabile il Crocifisso di Giuseppe Piamontini tra le statue lignee di Santa Margherita e San Giuseppe da Copertino del Fabbrucci. Il 14 dicembre 1602, alla presenza del Commissario Regio Piero Strozzi, la veneratissima immagine venne trasportata solennemente al Santuario e collocata "sull'altare di fondo a sinistra dell'ingresso principale"; poi nell'Ottocento, dopo i lavori di ricostruzione della Chiesa, fu posta sull'altare in fondo alla navata destra, ove tuttora si trova. In un saggio del 1938, il Francovich riferisce l'opera al gruppo renano del "Crocifisso gotico doloroso" in cui, secondo un'iconografia di origine tedesca, la rappresentazione del Cristo è portata a livelli di esasperato espressionismo. Questo tipo di crocifisso ebbe larga diffusione anche in Italia, specialmente centro-meridionale, testimoniata da una serie di esemplari databili tra la fine del secolo XIII e gli inizi del secolo XIV. Lo studioso quindi, assegna a questo gruppo anche il Crocifisso di Cortona e ne propone, seguito dalla Lisner, una datazione molto avanzata, circa il 1370-90, accostandolo al Crocifisso di San Pietro a San Gimignano che ritiene eseguito fra il 1350 e il 1375. Tuttavia, dopo un abilissimo e accuratissimo restauro, che ha permesso di ridare vita a gran parte della policromia - la scultura era ridotta in condizioni disastrose - , il Crocifisso cortonese mostra - secondo A. M. Maetzke che ne ha diretto le fasi di recupero - una tensione espressiva così intensa seppure contenuta in un altissimo rigore formale, che chiaramente lo discosta dai Crocifissi citati per caratteri che appaiono molto più arcaici e più legati all'immediatezza espressiva delle origini, senza manierismi". Inoltre "Nel volto si è trovata una caratteristica inconsueta e, credo, non riscontrabile nei Cristi lignei italiani: è completamente coperto di macchiolini rosse in file simmetriche che seguono i lineamenti". In tal senso, la studiosa indica una datazione compresa tra la fine del XIII secolo e gli inizi del XIV e ne propone una possibile provenienza spagnolo, basandosi particolarmente" sulla tendenza geometrizzante del volto e le caratteristiche somatiche che si ritrovano in vari Cristi spagnoli o legati all'arte spagnola tra quelli esaminati dal Francovich, sia fuori d'Italia che in Italia stessa". A questo proposito cita gli esemplari di Perpignano (Cattedrale) e di Oristano (San Francesco). Indubbiamente si tratta di un notevole artista che nel Crocifisso di Cortona ha saputo esprimere, con estrema sensibilità, "un intimo pathos". La squsita policromia corrisponde alla "profonda sensibilità del modellato" e nel volto "Ogni particolare è sottolineato con sottile realismo senza eccessi vistosi, ma ciascun elemento è così acutamente espressivo del tormento subito del Cristo, che l'immagine diviene un'altissima, meditata e patetica rappresentazione del dolore volta a suscitare una profonda pietà"
  • TIPOLOGIA SCHEDA Opere/oggetti d'arte
  • CONDIZIONE GIURIDICA proprietà Ente religioso cattolico
  • CODICE DI CATALOGO NAZIONALE 0900222754
  • ENTE COMPETENTE PER LA TUTELA Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Siena, Grosseto e Arezzo
  • ENTE SCHEDATORE Soprintendenza per i Beni Architettonici Paesaggistici Storici Artistici ed Etnoantropologici di Arezzo
  • DATA DI COMPILAZIONE 1989
  • DATA DI AGGIORNAMENTO 2006
  • LICENZA METADATI CC-BY 4.0

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